Nato nel 1971 è un americano esperto di tecnologia e di politica. E’ stato “Senior Advisor for Innovation” per Hillary Clinton durante il periodo in cui aveva l’incarico di Segretario di Stato USA. Successivamente opera all’interno della Columbia Univeristy nell’ambito della “School of International and Public Affairs”.
E’ autore del bestseller “The Industries of the Future”, libro tradotto in quindici lingue.
Nel suo background ci sono molte attività focalizzate allo sviluppo del business, della tecnologia e delle strategie di fundraising. Nel 2000 è stato cofondatore di “One Economy” una no-profit che basandosi sulla potenza della tecnologia e della informazione sostiene l’educazione, il lavoro, la sanità e altre tematiche per le popolazioni mondiali a basso reddito.
Durante la campagna delle presidenziali del 2008 svolse per Barak Obama un ruolo chiave nel costruire il programma per l’innovazione e la tecnologia coinvolgendo più di cinquecento esperti.
Il “Nostro futuro” – come affrontare il mondo dei prossimi vent’anni – è un libro che da una lettura del presente ma ancora di più del futuro illuminante in termine di prospettive e di rischi.
Devo dire che forse avevo sentito parlare di questo personaggio ma forse preso dagli impegni quotidiani del mondo del lavoro non mi ero soffermato ad approfondire. Devo ringraziare chi mi ha regalato il libro perché nel leggerlo ho avuto l’opportunità di riflettere su molti aspetti della vita presente e di come è possibile immaginare il futuro. Lo sviluppo della robotica e l’uso nella nostra vita quotidiana fa riflettere su quali possono essere i benefici (supporto agli inabili, attività pericolose, ripetitive) come potrebbe mettere in crisi il mondo del lavoro manifatturiero e non. In questo ambito ci troveremo ad affrontare crisi simili a quelle ancora in atto dovute alla globalizzazione.
“… Nel complesso, i robot possono essere una manna dando agli umani la libertà di dedicarsi ad attività più produttive – ma solo nella misura in cui le persone creeranno sistemi destinati ad adattare le loro forze lavoro, economie e società all’inevitabile sconvolgimento. I pericoli per le società che non gestiranno bene queste transizioni sono evidenti.
… La globalizzazione e l’automazione avevano praticamente espulso le famiglie proletarie dal mondo del lavoro.”
La lettura del libro mi ha permesso di considerare e riconsiderare molti aspetti del mondo globalizzato, di quanto questo poteva essere un beneficio di quanto invece è stato generatore di crisi, sociali e politiche per non parlare di guerre.
Buona lettura!!!